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Camerino
Al centro della zona montuosa a SO della provincia maceratese, la città di Camerino domina e spazia sulla grande conca camerte fiancheggiata da due catene di monti, chiusa a S dal massiccio dei Sibillini e a N dai contrafforti appenninici culminanti nel Monte Catria. Colpisce il turista la tipica forma urbis: vie lunghe, strette e tortuose, piazze ampie, spalti spalancati come balconi verso l’infinito attestano una storia tre volte millenaria. Le muraglie esteme e le facciate delle case di pietra nuda portano le tracce di distruzioni e incendi; i ruderi di rocche e fortilizi medievali nelle campagne circostanti, i palazzi e le chiese, malgrado i terremoti rovinosi del 1279, 1749 e 1799, fanno di Camerino una delle città più caratteristiche ed interessanti delle Marche.
Antichissima città umbra, la sua storia affonda le radici oltre il neolitico come attestano le frequenti tracce che si incontrano nel territorio. Alleata di Roma nella seconda guerra sannitica, Camerino concluse un “aequum foedus” con la città eterna (309 a.C.). Nella seconda guerra punica fornì a Roma 600 combattenti. ll console C. Mario, nella battaglia dei Campi Raudii (presso Vercelli) contro i Cimbri (101 a.C.), esaltò l’eroismo delle due coorti camerti onorandole sul campo della cittadinanza romana. Dopo la guerra sociale fu fiorente municipio e parteggiò per Pompeo nella guerra civile contro Cesare. Passata a rango di Colonia durante l’impero, la tradizione ha conservato memoria dell’assedio che Alarico avrebbe inutilmente posto alla città. Sede vescovile già nel 465 ebbe una giurisdizione ecclesiastica vastissima per oltre un millennio. Sconfitti i Goti nel 553 fece parte dell’esarcato bizantino di Ravenna e nel 592, in seguito alla conquista longobarda, dette il nome ad un ducato incorporato in quello di Spoleto. Da Carlo Magno Camerino fu fatta capoluogo dell’omonima Marca estendentesi dagli Appennini al mare. Dal marchese Guarnieri fu incorporata a quella che da allora si chiamò Marca di Ancona. Comune ghibellino prima, divenne rocca forte guelfa e sede della Legazione pontificia della Marca (1240) per cui subì l’assedio e la distruzione delle truppe di Manfredi condotte da Percivalle Doria (1259). Risorse specialmente ad iniziativa di Gentile da Varano che fin dalla seconda metà del XIII secolo vi stabilì le basi per ìa signoria della sua famiglia che, con brevi parentesi – la repubblica popolare (1434-1443), I’assedio e la conquista di Cesare Borgia, il famigerato Duca Valentino (1502), conclusa con la strage di Giulio Cesare da Varano e di tre figli fatti strangolare da Micheletto da Valenza -, durò fino al 1539, continuata ancora per pochi anni (fino al 1545) dal Duca Ottavio Famese. Camerino ebbe il suo splendore di città rinascimentale ricca di arti e di commerci nella seconda metà del ’400, quando ormai la famiglia da Varano aveva stretto parentela con quasi tutte le signorie italiane, dai Medici ai Visconti e agli Sforza, ai Montefeltro, ai Malatesta e ai Della Rovere, dai Manfredi di Faenza ai Guinisi di Lucca. Il figlio di Giulio Cesare, Giovanni Maria, scampato alla ferocia sanguinaria dei Borgia, fu dal pontefice Giulio II restituito alla signoria e da Leone X insignito del titolo ducale (1515) con giurisdizione dalla Valle del Nera al mare con Senigallia e Civitanova. Nel 1545 la città ritorna sotto il dominio diretto della S. Sede con la funzione di capoluogo di Delegazione Apostolica. Comincia così la decadenza della città aggravata dall’incrementarsi dei piccoli centri vicini già a lei soggetti, ma ormai favoriti da situazioni particolari di attività e di vita nonché dal collegamento di importanti vie di comunicazione. Camerino ha dato il nome alla più prestigiosa scuola pittorica marchigiana (sec. XIV-XV) con i maggiori esponenti che hanno disseminato le loro opere in ogni parte del mondo: Arcangelo di Cola, Giovanni Boccati, Girolamo di Giovanni.
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