Poche città suscitano emozioni belle e durature come quelle che dispensa Ascoli Piceno.
La struttura edilizia compatta e ben conservata, la suggestione di piazze e rue (piccole strade), monumenti insigni, torri che punteggiano il paesaggio urbano fanno di Acoli Piceno un “unicum” nelle Marche. La “Quintana”, tenzone tra cavalieri in una cornice di figuranti, sbandieratori e belle dame, rappresenta la rievocazione più adatta per riportare alla luce i fasti e le tradizioni del passato.
Da visitare: il Palazzo Comunale che incorpora due edifici medioevali (l’Arringo e il Comune) uniti nel XVII secolo; la Piazza del Popolo, il famoso “salotto” della città, luogo di passeggio e di incontri; i numerosi ed eleganti palazzi medioevali.
Ad agosto nella piazza si svolge Il palio cavalleresco della Quintana una delle più importanti manifestazioni del folklore cittadino, e di maggiore festa per la popolazione tutta e per i turisti che ne subiscono il particolare fascino. La Quintana prende il suo nome dalla via del locale accampamento romano presso cui solevano svolgersi le esercitazioni ed i giochi militari. La rievocazione della giostra si tiene ogni anno nella prima domenica di agosto(adesso c’è anche un’edizione di luglio), in onore di S. Emidio vescovo e martire, patrono della città. Nella versione attuale, si cimentano, per la conquista del Palio, sei cavalieri giostranti in rappresentanza dei sei sestieri cittadini. Il torneo è preceduto da un maestoso corteo storico che attraversa le antiche vie e piazze di Ascoli, imbandierate ed addobbate a festa; esso è composto da oltre mille figuranti in costumi quattrocenteschi confezionati sulla base di precise fonti iconografiche e documentarie.
Il piatto-simbolo della città è senza dubbio l’oliva tenera ascolana farcita e fritta; si tratta di un piatto di grande raffinatezza, di probabile origine settecentesca. Le olive fritte hanno superato anche i confini nazionali. Sono solo un elemento del tipico fritto misto all’ascolana, che comprende anche patate, creme, zucchine, carciofi, oltre alle cotolette d’agnello “con il manico”.